Countdown, n. 1 (luglio 2014)




Countdown

Studi sulla crisi,

n. 1, luglio 2014, pp. 136, € 10,00

 

                                                                                                                                          

Questa nuova rivista propone ai lettori alcune tra le più efficaci riflessioni esistenti sulla crisi finanziaria che l’attuale modo di produzione capitalista sta attraversando. Per cercare di capirne le cause non bisogna soltanto guardare all’ambito nazionale in relazione a quello internazionale e viceversa, ma occorre anche usare una scala temporale di lungo periodo.

Dopo il decennio 1970-80, le ripetute crisi hanno finito col convertire la stagflation in un boom speculativo perdurato per un trentennio abbondante. La leva del credito è stata usata in molti modi mai messi in atto in passato, e ha creato un indebitamento che non ha precedenti storici. Negli ultimi decenni abbiamo assistito alla rapida creazione di un gigantesco esercito industriale di riserva a livello mondiale, al crollo delle economie pianificate, alla disgregazione di una parte delle economie meno sviluppate e allo sganciamento della quota dei salari dal reddito nazionale, assieme allo sgretolamento del cosiddetto Welfare State. I profitti erano aumentati, ma l’indebitamento generale lo era assai di più; e nel 2007 il debito ha chiesto il saldo del conto, facendo virtualmente crollare l’intera sovrastruttura finanziaria prima, e creditizia poi, del capitalismo internazionale, assieme ad una parte consistente del settore produttivo e commerciale.

La cura d’urto applicata dai governi e dalle banche centrali, consistita nel trasferire sulla finanza pubblica i debiti insolventi della finanza privata e nel trasformare lo status delle società finanziarie rendendolo omogeneo a quello delle banche commerciali (per poterne accrescere a dismisura le riserve presso le banche centrali), ha mantenuto in vita il paziente ma, al tempo stesso, ne ha rivitalizzato la patologia cronica. La ripresa produttiva e commerciale che ne è seguita non è nient’altro che il trascinamento indefinito della crisi in una stagnazione che sempre più si teme essere senza fine.

 

Sommario:

 

- Anwar Shaikh, «La prima grande depressione del XXI secolo»;

 

- Paolo Giussani, «L’euro e la crisi dell’eurozona»;

 

- Francisco Paulo Cipolla, «Diverse teorie marxiste sulla crisi e diverse interpretazioni della crisi attuale»;

 

- Tony Norfield, «I derivati e il mercato capitalistico: il cuore speculative del capitale»;

 

- Emmanuel Saez, «Striking It Richer: The Evolution of Top Incomes in the United States».

 

 

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